Inaugurata il 26 settembre e aperta fino al 23 febbraio 2020, la mostra “Bacon/Freud, La scuola di Londra” al Chiostro del Bramante di Roma raccoglie in esposizione oltre 45 dipinti, disegni ed incisioni che portano la firma di alcuni dei più importanti esponenti della cosiddetta “Scuola di Londra”. In mostra vi sono opere di Francis Bacon, Lucian Freud, Michael Andrews, Frank Auerbach, Leon Kossoff e Paula Rego. L’esposizione, a cura di Elena Crippa, è stata organizzata da DART Chiostro del Bramante in collaborazione con il complesso museale Tate Modern di Londra.
A unire questi artisti sotto l’egida della “Scuola di Londra” (espressione che si deve a Ronald Brooks Kitaj, pittore statunitense ma londinese d’adozione che la coniò nel 1976), non vi erano stilemi condivisi, né convenzioni particolari. Si trattava, piuttosto, di una visione comune rispetto al desiderio di partecipare attivamente a un contesto sociale, quello della Londra del dopoguerra, condividendo un orizzonte anticonformista e modernista.
Altro tratto comune agli artisti presenti in mostra – tutti nati tra gli inizi del Novecento e gli anni Trenta – è quello di essere immigrati in Inghilterra per ragioni diverse trovando proprio a Londra il terreno più fertile per sviluppare la propria arte pittorica.
Francis Bacon si allontanò dalla natia Dublino perché la famiglia non accettava la sua omosessualità, trasferendosi a Londra nel 1925. Lucian Freud e Frank Auerbach dovettero invece abbandonare la Germania in fuga dal Nazismo, mentre la portoghese Paula Rego si trasferì a Londra proprio per studiare le arti pittoriche e sfuggire dalla dittatura di Salazar. Michael Andrews veniva invece dalla Norvegia e aveva trovato in Freud il suo maestro. Infine, Leon Kossoff era nato a Londra, ma era figlio di una coppia di russi ebrei emigrati in Inghilterra.
Tutte le opere in esposizione coprono un arco temporale che va dal 1945 al 2004 e affrontano le tematiche più disparate: si va dalle storie di immigrazione e di miseria fino al desiderio di riscatto sociale e al ruolo della donna nella società.
Fil rouge della mostra sembra essere una costante inquietudine che percorre le opere degli artisti e, ancora più, i loro soggetti. Attraverso una sorta di ossessione per i corpi e i volti, la pittura di Bacon, Freud, Auerbach, Rego e Kossoff cerca di indagare la condizione umana scandagliandone le profondità, ma riflettendone al contempo il suo essere sfuggente e mai del tutto comprensibile.
Sono diversi gli approcci pittorici degli artisti della Scuola di Londra, eppure animati dallo stesso desiderio: quello di fissare su tela la realtà e le inquietudini di un’epoca. Francis Bacon decide di dipingere basandosi sulle foto, sui ritagli di giornale, sperimentando sulla destrutturazione dei corpi e la loro sistematica deformazione.
Il pittore irlandese riesce così a dare forma a figure spettrali e isolate in uno spazio geometrico e al contempo avulso da coordinate precise. Al centro dei suoi dipinti c’è spesso la figura umana e in particolare quella maschile e, soprattutto, il movimento.
«Voglio fare quello che diceva Valéry: dare una sensazione, ma non la noia di comunicarla», affermava Bacon. Ecco quindi che l’artista studia gli scatti in movimento del fotografo americano Eadwead Muybridge, che mostravano in successione gli aspetti del movimento del corpo umano. E proprio sul suo studio sul movimento segnaliamo, in mostra, lo splendido “Dog” del 1952.
Lucian Freud, dal canto suo, è ossessionato dalla pittura dal vero. Il pittore era solito affermare: «Voglio che il dipinto sia fatto di carne, i miei ritratti devono essere ritratti di persone, non simili alle persone». E questo ben si riflette nelle sue opere, pulsanti di vita, dove il nudo rappresenta non solo l’esposizione di un corpo, ma anche della sua vulnerabilità emotiva.
I suoi soggetti sono sempre persone a lui care: mogli, amanti, amici ritratti in situazioni intime, raccolte, che pure trasudano un realismo tragico e denso di una malinconia disarmante.
Ne è un fulgido esempio “Ragazza con cane bianco” (1951-52), che raffigura la prima moglie del pittore, Kathleene Garner, immersa in un’atmosfera di desolazione e al contempo di forte intimità.
Un approccio, questo, che pur trovando dei punti di riferimento precisi (da Cezanne ai ritrattisti olandesi, passando per Edward Hopper e lo stesso Francis Bacon) riflette uno stile unico che lo ha reso uno degli artisti del Novecento più importanti in assoluto.
Di diversa ispirazione è invece la pittura di Paula Rego. La portoghese, infatti, ama mescolare elementi narrativi, fantastici e realistici. Rego dipinge creando sfondi accuratamente allestiti con costumi e oggetti di scena. Inoltre, nelle sue opere trovano spazio ambiguità e paradosso, così come una forte carica sessuale spesso esplicita. In questo senso, la pittura di Rego sorge nel solco dell’eredità grottesco-surreale che va dall’ultimo Goya per arrivare a Lucian Freud.
Considerato la figura più sfuggente nell’arte britannica del secondo dopoguerra, Michael Andrews si è sempre distinto per una produzione certamente più scarna rispetto agli altri artisti della scuola di Londra. Questo a causa di un modo estremamente lento di lavorare, che lo ha portato a produrre solo 250 opere in tutta la sua vita e solo 7 mostre personali, fino alla sua morte, avvenuta prematuramente all’età di 66 anni. In mostra, segnaliamo lo splendido “Melanie and me swimming” (1978), nel quale l’artista, basandosi su una foto scattata a lui e a sua figlia, si ritrae con la bambina.
In quello che dovrebbe essere un momento idilliaco tra padre e figlia, Andrews inserisce però un elemento fortemente disturbante: l’acqua nera nella quale sono immersi. Scelta pittorica precisa, che rappresenta metaforicamente la transizione di Melanie dalla vita familiare alla società.
Il lavoro di Frank Auerbach è, di contro, molto diverso ma – come per gli altri artisti della Scuola di Londra – è caratterizzato dalla forza espressiva e dalla volontà di riflettere l’epoca in cui vive. Conosciuto per dipinti caratterizzati da un impasto riconoscibile, quasi grottesco,Auerbach crea opere viscerali e fluide che catturano l’essenza di una persona o di un luogo. Anche i modelli scelti per i suoi dipinti sono rimasti sempre gli stessi nel tempo, scelta programmatica per l’artista, per il quale la familiarità si traduce sempre in un’immagine più bella e istintiva.
Capace di descrivere come nessun altro la Londra devastata dai bombardamenti e il senso di decadente precarietà di quel periodo è stato certamente Leon Kossoff, artista i cui paesaggi urbani della City restano come alcuni dei documenti più pregnanti delle atmosfere del dopoguerra. Non a caso, Kossoff, divenne in breve tempo Kossoff l’artista per eccellenza delle periferie di Londra. Nei suoi paesaggi, spesso affollati e brulicanti di umanità, individua quegli aspetti della città cui i residenti prestano poca attenzione. In mostra segnaliamo lo splendido “Children’s Swimming Pool” (1971) che riflette proprio quel senso di movimento e rumore che spesso rivive nei suoi dipinti, fortemente legati al paesaggio urbano londinese del tempo.
In definitiva, l’esposizione al Chiostro del Bramante restituisce mirabilmente la fotografia di sei artisti che, con esiti diversi, hanno saputo rappresentare – senza alcun filtro – una condizione umana tormentata, ritratta in tele abitate, nella stessa misura, da eccessi, fragilità e inquietudini.
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Bacon/Freud: date, orari e biglietti
dal 26 settembre al 23 febbraio 2020
Chiostro del Bramante, Convento di Santa Maria delle Grazie, Via Caradosso 1
Orari: da lunedì a venerdì 10.00 – 20.00; sabato e domenica 10.00 – 21.00
Aperture straordinarie: 1 novembre 10.00 – 21.00 | 8 dicembre 10.00 – 21.00 | 24 dicembre 10.00 – 17.00 | 25 dicembre 17.00 – 22.00 | 26 dicembre 10.00 – 21.00 | 31 dicembre 10.00 – 18.30 | 1 gennaio 10.00 – 21.00 | 6 gennaio 10.00 – 21.00 |
Biglietti (audioguida compresa): Intero € 15,00; Ridotto € 12,00 (Accompagnatore per diversamente abile; guide con tesserino; possessori Wanted in Rome Card; studenti universitari fino ai 26 anni); Ridotto € 10,00 (Dai 12 ai 18 anni); Ridotto € 11,00 (Soci cartafreccia in possesso di un biglietto Frecce con destinazione Roma utilizzato nei 5 giorni precedente alla presentazione del biglietto alle casse del Chiostro del Bramante.); Ridotto € 8,00 (Dai 4 agli 11 anni); Gratis (Bambini fino a 3 anni; diversamente abile); Open € 16,00
Info e prenotazioni: infomostra@chiostrodelbramante.it