Se siete alla ricerca di un tesoro a Roma ma volete uscire dagli itinerari più battuti e noti anche oltre oceano, la Chiesa di San Luigi dei Francesi è proprio ciò che fa per voi. Situata nel centro storico, a metà tra il Pantheon e Piazza Navona, la chiesa è oggi il principale luogo di culto francese della capitale. Seppure molto bella già da fuori, il vero tesoro si trova dentro, sulle sue pareti: stiamo parlando di alcune opere di Caravaggio.
Chiesa di San Luigi dei Francesi: storia e architettura
Nel 1518 iniziarono i lavori per una chiesa dedicata al culto nazionale della comunità francese di Roma che cresceva sempre più e che, fino ad allora, disponeva solo di una piccola cappella. Fu Domenico Fontana a realizzarla, sulla base di un progetto del noto Giacomo Della Porta. Nei primi giorni dell’ottobre del 1589 la chiesa venne inaugurata e consacrata.
Essendo luogo di culto francese, la chiesa non poteva che esaltare il Paese, rappresentando alcuni dei suoi principali personaggi storici sin dalla facciata arricchita dalle statue di Carlo Magno, San Giovanni di Valois, Santa Clotilde e, ovviamente, San Luigi.
Varcato l’ingresso ci si trova davanti a l’esaltazione dello stile barocco con le tre navate e cinque cappelle per lato. Proprio queste cappelle si racchiudono alcuni dei tesori più preziosi della chiesa.
L’arte di Caravaggio nella Chiesa di San Luigi dei Francesi
Nella Cappella Contarelli, a sinistra dell’altare maggiore, si trovano tre tele del Caravaggio, considerate tra le sue opere più antiche di carattere religioso e che insieme formano il ciclo dedicato a San Matteo: la Vocazione di San Matteo, il Martirio di San Matteo e San Matteo e l’angelo.
Già in queste opere si nota però i tratti tipici del genio di Caravaggio come il realismo e il chiaroscuro. Pare che la prima versione di San Matteo e l’angelo venne rifiutata dal cardinale Matteo Cardarelli: il santo infatti era rappresentato come un contadino a piedi nudi e calvo.
Per quanto oscurati dalle opere di Caravaggio, prima di lasciare la chiesa meritano una visita anche le opere del Domenichino, nelle seconda cappella a destra, le quali raccontano la vita di santa Cecilia.