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“Mi chiamo Massimo Decimo Meridio, comandante dell’esercito del nord, generale delle legioni Felix, servo leale dell’unico vero imperatore Marco Aurelio, padre di un figlio assassinato, marito di una moglie uccisa… e avrò la mia vendetta, in questa vita o nell’altra”: così recitava Russel Crowe nel film Il Gladiatore, ambientata nella Roma di Marco Aurelio, immensa ricostruzione di quella che doveva essere la Roma imperiale di quel periodo.
Da quando esiste il cinema, numerose sono state le trasposizioni cinematografiche della romanità. Proprio per la sua contraddizione, la sua commistione di personalità dall’aristocratico all’uomo del popolo, la sua confusione e la sua umanità, Roma continua a ispirare la settima arte. Scopriamo insieme i più grandi capolavori che la ritraggono.
La Dolce Vita
Capolavoro firmato Federico Fellini in cui attraverso gli occhi di Marcello Mastroianni, un fotoreporter di servizi scandalistici, vediamo una Roma alla stregua della frenesia del divismo. Marcello Rubini, giornalista aspirante scrittore, tanto bello quanto inetto, cerca la gloria in un ambiente che invece sa regalargli solo mera mondanità sprofondandolo in un generale tragica insoddisfazione della vita. Marcello è tanto frustrato delle sue aspirazioni senza sbocchi, quanto della sua incapacità a rinunciarvi.
Attraverso gli episodi che vedono protagonisti Marcello e il suo smarrimento metropolitano, Fellini racconta una Roma sempre più decadente nei costumi e nella società. Il protagonista passa dai night club, alle prostitute, ai salotti nobili della Roma bene, ma la decadenza contemporanea non risparmia nessuna classe sociale e nessun ambiente. Tutti i personaggi sono vuote rappresentazioni di un mondo che sta perdendo contenuto per concedersi alla mera voglia di apparire.
Vacanze Romane
William Wyler dirigeva Audrey Hepburn e Gregory Peck in sella a una vespa in giro per Roma nel 1953. Nasceva così una tra le commedie drammatiche che più avrebbe contribuito alla creazione dell’immaginario collettivo intorno a Roma. Favola senza tempo, che vede protagonista una principessa in viaggio diplomatico che però, stufa del ruolo che deve ricoprire, decide di fuggire, e così incontra Joe, giornalista statunitense che lavora in un’agenzia di stampa a Roma. Tra i due nasce una liaison destinata però a finire con il concludersi della “vacanza romana” della principessa.
Roma Città Aperta
Perla del neorealismo italiano firmata Roberto Rossellini, Roma città aperta è ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale. Il film vuole raccontare in tutta la sua più cruda immediatezza la spietata ferita che la guerra ha lasciato su Roma. Tra le scene più famose, si ricorda l’uccisione di Pina intenta a seguire il camion dei nazisti dove era stato imprigionato il suo amato. Il film fece acquisire una certa notorietà ad Anna Magnani, regina del cinema romano, co-protagonista della pellicola insieme ad Aldo Fabrizi.
Roma
Federico Fellini dedica questa pellicola del 1972 ad una Roma caotica e briosa. Un giovane provinciale arriva alla stazione Termini e quel che trova, poco prima della Seconda Guerra Mondiale, è una città che ha tutta l’aria di essere una Babele. Roma appare agli occhi del giovane incoerente e contraddittoria tra sfilate clericali e ricostruzioni di case chiuse. La rappresentazione dei personaggi tracotanti ha tutto il sapore di una satira che tocca però vette altissime di lirismo.
Caro Diario
Nel 1993 Nanni Moretti ci portava in giro per Roma in sella alla sua mitica vespa. Caro Diario, vincitore di numerosi premi tra cui, nel 1994 il David di Donatello è una pellicola che mostra scenari di una Roma semi deserta d’estate. Il primo capitolo, chiamato appunto “In vespa”, conduce lo spettatore attraverso i quartieri della città e mentre la telecamera riprende palazzi, strade, scorci, particolari architettonici e monumentali, il regista nonché interprete accompagna lo spettatore con delle riflessioni di diverso genere: dal cinema hollywoodiano alle contraddizioni dell’urbe.
La grande Bellezza
Paolo Sorrentino vinceva l’Oscar come miglior film straniero nel 2014 con La Grande Bellezza. Il film, che ha tutta l’aria di essere una celebrazione della scuola felliniana, ha come intento quello di denunciare una Roma dominata dalla contraddizione. La decadenza dei costumi della società romana è circondata dall’incanto senza tempo degli scorci di Trastevere, dalle Chiese barocche, dal giardino degli aranci e da quella Roma più nascosta, forse anche più misteriosa. Il film è una sublimazione della fotografia cinematografica, in cui l’unica vera protagonista è proprio la grande bellezza dai mille volti della capitale.