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L’impatto di Ranieri alla guida dell’AS Roma: statistiche e riscontri

News Partner 2 settimane fa
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È uno dei tecnici italiani più esperti e rispettati, uno di quelli a cui si dà fiducia e da cui ci si aspetta grandi cose. Claudio Ranieri è tornato ad allenare l’AS Roma per la terza volta nella sua carriera di allenatore, dopo la prima esperienza nel 2009 e la seconda, a otto anni di distanza e durata solo per una stagione.

Ogni ritorno ha portato emozioni, sfide e una chiara impronta tattica capace di lasciare il segno. O in questo caso, per tentare quantomeno un’entrata in Europa, e risollevare il morale di una squadra attualmente a pezzi.

Ma qual è stato e quale sarà il vero impatto di Ranieri sulla Roma? Che risultati possiamo aspettarci? L’influenza che l’ex difensore sta avendo sulla squadra è già evidente, sia dal punto di vista tecnico che da quello umano, ma è ancora presto per tirare le somme e fare pronostici.

Il terzo ritorno a “casa”

All’età di 73 anni Claudio Ranieri è tornato per la terza volta alla guida dei giallorossi, squadra della sua città natale. Il subentro è avvenuto a seguito dell’esonero di Ivan Jurić, dopo la sconfitta -l’ennesima- con il Bologna, in casa. La prima squadra affrontata con il nuovo comando? Il Napoli, per molti la favorita a giudicare da quanto si legge su siti di quote sportive come Betway Sports (https://www.betway.it/scommesse).

Il risultato non è stato dei migliori, ma non si poteva pretendere di più: era una partita impegnativa, contro una squadra agguerrita e guidata da uno degli allenatori più centrati del campionato. L’obiettivo di Ranieri, il motivo per cui è tornato, è quello di stabilizzare una squadra che si è un po’ persa, durante una stagione caratterizzata da risultati deludenti e tensioni interne.

Romano di nascita e tifoso giallorosso, Ranieri è stato accolto con entusiasmo e fiducia dai tifosi, che vedono in lui una figura in grado di riportare la serenità necessaria per ottenere qualche soddisfazione in campo, ma anche la giusta disciplina nello spogliatoio.

È stato richiesto, fortemente voluto e, a questa “insistenza”, non ha saputo dire di no: nonostante l’età e il precedente annuncio di un possibile ritiro dalle scene, Ranieri ha deciso di accettare la sfida, spinto dall’amore per la maglia e dalla volontà di contribuire alla sua risalita.

La sua lunga esperienza, prima come calciatore e poi come allenatore, è un elemento chiave per affrontare le prossime sfide che attendono la squadra in questo campionato. Il suo legame con essa, profondo e senza tempo, è quella spinta in più che dà speranza, in campo e sugli spalti.

Cosa ci si aspetta da Ranieri

Non sono molte le giornate giocate dal suo arrivo, considerando anche la pausa per le feste di Natale, eppure già si può percepire una netta differenza. Non proprio subito, viste le sconfitte contro Napoli, Atalanta e Como sono state piuttosto schiaccianti, ma già dalle ultime partite del 2024. Prima la vittoria agli ottavi di finale di Coppa Italia, con quattro reti segnate contro la Sampdoria, poi la vittoria ancora più clamorosa contro il Parma, finita 5-1.

La soddisfazione più grande, però, è arrivata con il nuovo anno, quando la Roma si è portata a casa il derby con un 2-0 meritatissimo. Le reti di Pellegrini e di Saelemaekers, arrivate entrambe nei primi venti minuti di partita, hanno acceso la speranza dei giallorossi e spento quella dei biancocelesti, sancendo così la fine dell’incontro.

Le cose, non si può negare, sono cambiate. Con l’arrivo di Ranieri i giocatori sembrano essersi risvegliati da quel senso di impotenza e rassegnazione, ed essere tornati a giocare come i tifosi li hanno sempre desiderati: agguerriti, fisici, convinti. Fiduciosi nella propria squadra, nella propria maglia.

Certo è che l’allenatore a questo punto del campionato non può fare miracoli: a diciotto giornate dalla fine, la Roma si trova troppo in basso per puntare al podio. I 24 punti raccolti sono troppo lontani dai 47 della capolista, e al tempo stesso troppo vicini alla zona di retrocessione, per poter sognare così in grande.

Ciò che si può fare, però, è mantenere alta la speranza di un’entrata in Europa. La Conference League sembra essere una possibilità ancora aperta, soprattutto grazie all’esperienza e alla determinazione di un allenatore come Ranieri. Dopotutto, non dimentichiamolo, è stato l’uomo del miracolo nel 2016, quando ha permesso a una squadra di medio-bassa classifica come il Leicester City di aggiudicarsi il primo posto in Premier League.

Difficilmente la Roma può aspettarsi la stessa sorte, perlomeno non quest’anno: ma chissà, con il giusto lavoro e qualche cambio nella formazione, la prossima stagione potrebbe riportare la maglia giallorossa tra le Big favorite, e a ricoprire uno dei primi posti della classifica.