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Il pedone rosso e Il matrimonio per forza: teatro a Roma

spettacoli a roma
Il pedone rosso di Alessandro Berti, Giuseppe Manfridi, Attilio Marangon

Lo #spiegoneteatri di Roma Weekend vi segnala il meglio della programmazione teatrale a Roma a maggio 2018: nel corso del mese saranno molti gli spettacoli da non perdere. Ecco il meglio della settimana dal 28 maggio al 3 giugno 2018.

Dal 31 maggio al 3 giugno va in scena al Teatro Petrolini Avrei voluto essere, pièce che racconta un matrimonio finito, con un amore forse mai iniziato. E la consapevolezza, maturata tardi, che per essere felici non bisogna mai cedere al compromesso, ma essere se stessi.

Uno spettacolo che aiuta a riflettere e ci riporta indietro di qualche anno, in un viaggio tra i ricordi e le illusioni dell’adolescenza.

Al Teatro Argentina segnaliamo lo spettacolo Il Pedone rosso, dal 1 al 3 giugno. A dieci anni dal fortunato debutto al Teatro Tor Bella Monaca, Il Pedone Rosso viene messo in scena al Teatro Argentina dal Laboratorio Pilota.

Ancora, fino al 3 giugno, consigliamo lo spettacolo Il matrimonio per forza, testo nato dall’unione di due famosi atti unici di Molière, “Le preziose ridicole” e “Il matrimonio per forza”, dove si svelano dinamiche amorose più che attuali, tra personaggi grotteschi e ricchi di verve.

Eccovi dunque il nostro #spiegoneteatri della settimana con tutti gli spettacoli da non perdere.

  Avrei voluto essere

Teatro Petrolini, dal 31 maggio al 3 giugno

‘Avrei voluto essere’ , in scena dal 31 maggio al 3 giugno al Teatro Petrolini, racconta attraverso la voce di due ex coniugi il percorso che dall’adolescenza alla maturità ci porta lungo il ponte che conduce dalla genuina illusione all’amara disillusione. Un viaggio nostalgico e pungente, tra gag divertenti e momenti di riflessione, che punta il faro sulla nostra necessità di essere felici e, soprattutto, noi stessi.

Un lui e una lei. Due monologhi che non riescono a rimanere scissi l’uno dall’altro, perché la vita è fatta così: anche quando capisci che devi iniziare il tuo percorso su un’altra strada, la vecchia via non la lasci mai del tutto, rimane in te, con te, nella tua mente, nei tuoi ricordi.

Un matrimonio finito, con un amore forse mai iniziato. E la consapevolezza, maturata tardi, che per essere felici non bisogna mai cedere al compromesso, ma essere se stessi.

Uno spettacolo che aiuta a riflettere e ci riporta indietro di qualche anno, in un viaggio tra i ricordi e le illusioni dell’adolescenza.

Indirizzo: via Rubattino 5

Orario: ore 21

Ingresso: Intero: 13 euro; ridotto under 18/over 65 anni: 10 euro + tessera associativa: 2 euro

— Tutte a casa

Teatro Manzoni, dal 24 maggio al 17 giugno

Conclude la stagione del teatro Manzoni la divertente commedia di Giuseppe Badalucco e Franca De Angelis, Tutte a casa con un cast d’eccezione: Paola Gassman, Mirella Mazzeranghi, Paola Tiziana Cruciani, Claudia Campagnola, Giulia Rupi, regia di Vanessa Gasbarri.

Infuria la Grande Guerra e l’Italia è impegnata nel terribile conflitto che miete vite dalle trincee del Carso ai picchi delle Dolomiti. Mentre gli uomini sono al fronte, le donne si prodigano nel loro storico ruolo di madri e di mogli, ma molte di loro, per arrotondare il magro bilancio familiare, accettano le offerte di lavoro che piovono dalle imprese, i cui ranghi sono rimasti sguarniti a causa della coscrizione dei propri dipendenti.

Improvvisamente le donne escono dalle case e s’improvvisano tranviere, operaie, impiegate, suscitando il grande scandalo dei molti benpensanti che temono il sovvertimento “dell’ordine naturale delle cose”.

Del primo, devastante, conflitto mondiale,  sono stati raccontati la durezza della vita di trincea, le vittime e gli eroi. “Tutte a casa” si concentra invece sull’aspetto, abbastanza inedito ma di enormi proporzioni, dell’ingresso delle donne nel mondo del lavoro; un primo e imponente approccio, destinato all’epoca a non avere immediate conseguenze sul piano sociale una volta terminato il conflitto, ma che di certo accelerò la presa di coscienza di molte donne.

Senza dimenticare la tragedia sullo sfondo – che toccherà anzi da vicino una delle protagoniste – con toni della commedia e del sentimento, in una piéce dolce-amara tutta al femminile.

Margherita, una ricca signora dell’alta borghesia milanese il cui marito imprenditore è stato preso prigioniero dagli austriaci, decide di imbarcarsi nella difficile avventura di tenere in piedi l’azienda di famiglia, produttrice di autocarri. All’inizio si tuffa nell’impresa con la leggerezza con cui frequenta i salotti dell’alta società; ma andando avanti si ritrova a sfidare l’ostilità di un mondo prettamente maschile in cui tutti le sono contro: i colleghi, i politici, la stampa e persino i sindacati.

Nella sua avventura Margherita è supportata, ma anche spesso osteggiata, da altre quattro donne, tutte diverse da lei sotto ogni punto di vista: carattere, classe sociale ed idee politiche. C’è Silvana, la coscienziosa segretaria del marito, che rivelerà insospettate doti manageriali e che nasconde un segreto inconfessabile; la matura Comunarda, una socialista dal temperamento sanguigno e combattivo che le darà parecchio filo da torcere; Teresa, giovane madre di famiglia tutta casa e chiesa,  e la giovane e vitale Giacomina, che pensa più che altro a divertirsi.

In un crescendo di ostacoli da superare nel tentativo di salvare l’azienda, le cinque donne si confrontano fra loro e imparano a costruire un diverso modo di rapportarsi, declinato al femminile e ispirato ai valori della solidarietà umana e della reciproca comprensione; e scoprono, ciascuna di se stessa, doti e aspirazioni che nemmeno pensavano di possedere.

Ma un bel giorno la guerra finisce e gli uomini tornano a casa, chi dal fronte, chi dalla prigionia. E il ripristino della normalità, una normalità tutta maschile, rappresenta per le nostre un brusco risveglio.

Indirizzo: via Monte Zebio 14

Orario: dal martedì al venerdì ore 21; sabato ore 17-21; domenica ore 17.30 lunedì riposo; 2 giugno ore 17; martedì 12 giugno ore 19; giovedì 14 giugno ore 17-21

Ingresso: intero euro 25; ridotto euro 22

— Il matrimonio per forza

Teatro Flavio, fino al 3 giugno

Uno spettacolo moderno e esilarante, nato dall’unione di due famosi atti unici di Molière, “Le preziose ridicole” e “Il matrimonio per forza”, dove si svelano dinamiche amorose più che attuali, tra personaggi grotteschi e ricchi di verve, la grande verve di Molière.

Rosaura e la cugina Magdelon vivono con lo zio Gorgibus, il quale vuole far sposare a tutti i costi Rosaura, la quale però sogna di incontrare un eroe da romanzo.

L’anziano commerciante Pantalone chiede aiuto al “dottor” Arlecchino con la speranza di farsi scegliere: le cose prenderanno una piega esilarante tra travestimenti, equivoci e colpi di scena continui.

Indirizzo: via Giovanni Mario Crescinbeni 19

Orario: Venerdì e sabato ore 21. Domenica ore 17.30

— Il pedone rosso

Teatro Argentina, dal 1 al 3 giugno

Nell’autunno del 2008 andava in scena al Teatro di Tor Bella Monaca Il Pedone Rosso per la regia di Roberto Gandini. Il testo scritto da Alessandro Berti, Giuseppe Manfridi e Attilio Marangon era la rielaborazione di un lungo lavoro durato diversi mesi nel Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli.

Lo spettacolo ebbe un buon esito di pubblico e una altrettanto buona accoglienza da parte del “mondo della scuola”. A dieci anni da quel fortunato debutto Il Pedone Rosso viene messo in scena dall’1 al 3 giugno 2018 al Teatro Argentina dal Laboratorio Pilota.

La storia è semplice: in una scacchiera, classicamente formata da pezzi bianchi e neri, la Regina dei Bianchi scompare e quindi tutti gli altri pezzi non possono giocare. Passa molto tempo. Un bel giorno la Regina torna con una novità, ha avuto un figlio un po’ “strano”, un piccolo Pedone Rosso. La comunità inizialmente accoglie, seppure con qualche diffidenza, il nuovo venuto, ma pian piano le ‘ragioni’ del gruppo prevalgono: per salvaguardare se stessi e i loro privilegi, il Pedone Rosso viene gradatamente, ma inesorabilmente, escluso.

Indirizzo: Largo di Torre Argentina, 52

Orario: venerdì 1 giugno ore 10.30; sabato 2 giugno ore 19; domenica 3 giugno ore 19

Prezzi: poltrona 40,00 euro – 32,00 euro; palchi platea, I e II ordine 32,00euro – 27,00euro; palchi III, IV e V ordine 25,00 euro 22,00 euro; loggione 12,00 euro:

Eventi passati

— La classe operaia va in paradiso

dal 22 al 27 maggio, Teatro Argentina

Alla sua uscita nelle sale cinematografiche nel 1971, La classe operaia va in paradiso di Elio Petri riuscì nella difficile impresa di mettere d’accordo gli opposti. Industriali, sindacalisti, studenti, nonché alcuni dei critici cinematografici più impegnati dell’epoca, si ritrovarono parte di uno strano fronte comune contro il film. E la pellicola non ha così avuto una grande fortuna in Italia, nonostante la Palma d’Oro a Cannes e la galleria di stelle presenti, fra cui Gian Maria Volonté, Mariangela Melato e Salvo Randone.

La vicenda dell’operaio Lulù Massa, stakanovista odiato dai colleghi, osannato e sfruttato dalla fabbrica BAN, che perso un dito scopre per un istante la coscienza di classe, si intreccia qui con le vicende che hanno accompagnato la genesi e la ricezione contestatissima del film. Infatti, accanto ai grotteschi personaggi della pellicola, si alternano sulla scena lo sceneggiatore e il regista, qualche spettatore e alcune figure curiose e identificative della nostra letteratura a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta.

Lo spettacolo è costruito attorno alla sceneggiatura di Elio Petri e Ugo Pirro, ai materiali che ripercorrono la loro officina creativa, a come il film è arrivato al pubblico di ieri e di oggi, e a piccoli capolavori della letteratura italiana di quegli anni, ricomposti in una nuova tessitura drammaturgica dallo scrittore Paolo Di Paolo.

Il tutto poi è intessuto dentro le seducenti e algide geometrie musicali di Vivaldi, rielaborate originalmente per l’occasione e “rotte” qua e là da canzoni dolci e amare dell’Italia alla fine del boom.

A quasi cinquant’anni dal suo debutto sui grandi schermi, ERT sceglie di tornare allo sguardo scandaloso ed “eterodosso”, ferocemente grottesco, del film di Petri per provare a riflettere sulla recente storia del nostro Paese, con le sue ritornanti accensioni utopiche e i suoi successivi bruschi risvegli.

Indirizzo: Largo di Torre Argentina, 52

Orario: prima ore 21; martedì e venerdì ore 21; mercoledì e sabato ore 19; giovedì e domenica ore 17

Prezzi: poltrona 40,00 euro – 32,00 euro; palchi platea, I e II ordine 32,00euro – 27,00euro; palchi III, IV e V ordine 25,00 euro 22,00 euro; loggione 12,00 euro

— Il coraggio della legalità

23 maggio, Teatro Ghione

Palermo, il giudice Borsellino, dopo la morte del suo fraterno amico e collega Giovanni Falcone, non rinuncia a proseguire nell’opera di indagine contro i corleonesi, esponendosi ad un attentato che arriverà puntuale, come il tradimento dei vertici dello Stato che non fanno nulla per rimuoverlo da una sede che si rivelerà mortale per questo coraggioso Magistrato e per gli uomini della sua scorta nella strage di via D’Amelio.

Lo spettacolo – in scena durante una serata unica, il 23 maggio al Teatro Ghione – rende omaggio a due figure che hanno saputo interpretare sino alla fine il ruolo di “servitori dello Stato” con una dignità e con una “onestà di principi” fuori dal comune.

Il riferimento all'”Agenda rossa di Paolo Borsellino”, alle dichiarazioni della famiglia del Magistrato, 25 anni dopo, alle assurde affermazioni del giudice Sagunto e dell’inafferabile “Corvo” costituiscono l’ossatura degli spunti che sono stati utilizzati per costruire questo ennesima testimonianza di “Teatro di denuncia” di cui è significativa esponente la Compagnia Stabile Assai, come noto patrimonio artistico della Presidenza nazionale dell’AICS che, da sempre, ne sostiene le vicende.

Indirizzo: via delle Fornaci 37

Orario: ore 21

— Sorella con Fratello

dal 23 al 26 maggio, Teatro Tor Bella Monaca

Dal 23 al 26 maggio al Teatro Tor Bella Monaca è di scena Sorella con Fratello, di Alberto Bassetti, con Alessandro Averone, Alessandra Fallucchi, regia di Alessandro Machìa, scene di Maria Alessandra Giuri, costumi di Sara Bianchi.

Una donna trentenne è rinchiusa in un istituto correzionale nel quale, giunta quasi al termine dei dieci anni da scontare, può usufruire di uno spazio dove sfogare la propria passione per il canto durante le visite quotidiane del fratello. Tra canzoni e ricordi familiari si disvela progressivamente, con forza, l’entità di una tragedia che ha visto coinvolti i due fratelli in un omicidio familiare di cui lei, forse innocente, sta pagando la colpa di lui, un ormai affermato avvocato preda di un sentimento morboso, di un’ossessione, un amore distorto per la sorella, che vorrebbe sempre con sé.

Un testo teso tra il dramma analitico e il thriller con molte verità nascoste e intriso di colpi di scena che ribalteranno completamente la situazione iniziale.

Indirizzo: via Bruno Cirino

Orario: ore 21

— La mia Primavera di Praga

23 maggio, Teatro India

Lo spettacolo, prodotto dall’Associazione Primavera di Praga Teatro, scritto e recitato da Jitka Frantova, diretto da Daniele Salvo (anche consulente drammaturgico), con i costumi di Mario Pisu, le musiche originali del maestro Marco Podda e l’elaborazione delle immagini video di Giandomenico Musu, nasce in occasione del 50° anniversario della “Primavera di Praga”, evento di grandissima rilevanza storico-politica, ormai lontano nel tempo, ma ancora vivo nella memoria collettiva. La mia Primavera di Praga non vuole essere però esclusivamente uno spettacolo politico. Parliamo di fatti storici, eventi reali visti dal punto di vista di un’attrice: Jitka Frantova, moglie di Jiri Pelikan, grande uomo politico ceco, protagonista della vita pubblica della Cecoslovacchia in quegli anni difficilissimi, in prima linea contro l’invasione dei carri armati russi nel 1968.

La politica si è sempre “intromessa” nella vita di Jitka, le ha fatto vivere situazioni inaspettate, non cercate, ha cambiato inavvertitamente il corso della sua esistenza. Lentamente, dai suoi ricordi, affiora un’epoca lontana che, a nostro avviso, non dovrebbe essere dimenticata.

In quel tempo di eventi incredibili, l’eterno e sempre attuale bisogno di libertà dell’uomo venne più che mai alla luce. Jiri Pelikan, uomo che attraversò quegli anni combattendo in prima linea con le armi del rigore intellettuale e della volontà, voleva che i giovani imparassero a non commettere gli stessi errori che aveva commesso, in buona fede, la sua generazione. Questa è la storia di due testimoni di quel tempo, due vite che incrociarono i loro destini in anni difficilissimi, tra mille difficoltà. Jitka è qui, per raccontarci ciò che avvenne.

Lo spettacolo è accompagnato da immagini autentiche, in parte inedite, oggi arricchite da scottanti documenti dei servizi segreti cecoslovacchi, resi pubblici solo nel 2017.

Indirizzo: Lungotevere Vittorio Gassman, 1

Orario: ore 18

Prezzi: intero 15,00; ridotto 10,00

— Amore di donna

dal 24 al 27 maggio, Teatro Studio Uno

Al Teatro Studio Uno in prima assoluta dal 24 al 27 maggio: va infatti in scena “Amore di Donna”, scritto ed interpretato da Jessica Granato e Arianna Barberi con la regia di Riccardo Marotta. Uno spettacolo originale che racconta attraverso il tema del viaggio, la storia dell’Italia dal dopoguerra ai giorni nostri seguendo i passi di due donne in attesa.

Maria è una bambina semplice, con troppi sogni.

Troppi per la vita che è costretta a vivere. Perde suo fratello, il suo primo grande amore, quando la guerra è appena cominciata e presto si trova catapultata in un piccolo paesino, lontana dalle bombe e dalla violenza con giornate scandite da latte di capra, caramelle di zucchero, qualche amichetta e una mamma che non le fa mancare mai nulla.

Ma poi qualcosa cambia, la guerra finisce, è ora di tornare a Milano, Maria diventa grande, una ragazza, bella, timida, taciturna, senza pretese, fa quello che le viene detto di fare.

Le è proibito avere qualsiasi tipo di relazione con l’altro sesso. Rimane in casa, lotta silenziosamente con i suoi desideri, col suo corpo, con il suo diventare donna, finché non conoscerà Nunzio.

Il matrimonio, il trasferimento in Calabria, il diventare moglie, madre, le gravidanze andate bene e quelle andate male, l’Italia del nord e l’Italia del sud, l’Italia che cambia per restare sempre uguale, i nipoti, i ricordi, la vecchiaia, la mancanza…

Ed è così che guidati dalla storia di Maria, una donna nata nel 1935 a Milano da una famiglia calabrese, scivoliamo dentro le sue memorie, i sogni, i desideri, le scelte e i rimpianti, della sua generazione ma anche della nostra, andando alla ricerca di una risposta, un indizio, una traccia per capire gli uomini e le donne che siamo diventati.

Indirizzo: Studio Uno, via Carlo della Rocca 6

Orario: Giov – Sab ore 21; Dom. ore 18

Ingresso: 12 euro con tessera associativa

— Medea

29 maggio, Teatro della Casa Circondariale Femminile Roma Rebibbia

Medea, per noi tutte, non è solo uno spettacolo, ma la prova viva della forza e della potenza del teatro. Per la prima volta nella storia delle nostre compagnie a Rebibbia Femminile una ex detenuta, Daniela Savu, torna in carcere da donna libera, da attrice, per recitare con le sue ex compagne di detenzione.

Cos’è più importante, in carcere e fuori, se non la partecipazione e la continuità di un percorso che è possibilità di crescita e miglioramento attraverso la cultura, attraverso il teatro? Daniela continua a svolgere tutto questo anche fuori dalle sbarre, un’importante testimonianza per le sue compagne, ancora ospiti a Rebibbia, così come per tutti gli spettatori.

Dopo cinque anni di attività teatrale presso la Casa Circondariale di Rebibbia Femminile dell’ass. Per Ananke con l’ormai veterana compagnia di detenute attrici “Le Donne del Muro Alto”, anche la giovanissima compagnia Più Voce, di attrici detenute nella sezione media sicurezza, vedrà per la prima volta le porte del carcere aperte agli esterni attraverso il teatro.

L’Associazione Per Ananke ha iniziato la sua attività teatrale nella Casa Circondariale Femminile di Rebibbia nel 2013. Ad oggi ha fondato due compagnie teatrali:                                                                                                             Le Donne del Muro Alto, nella sezione alta sicurezza.

Più Voce, nelle sezioni media sicurezza. Seguite entrambe dalla regista Francesca Tricarico.

Indirizzo: via Bartolo Longo 42

Orario: 15.30

— Fiore di Vaniglia

dal 29 al 31 maggio, Teatro Petrolini

Al Teatro Petrolini di Roma dal 29 al 31 maggio alle 21 Le Beatrici presentano Fiore Di Vaniglia, uno spettacolo liberamente tratto da Le Beatrici di Stefano Benni.

“Fiore di vaniglia” è commedia, è tragedia, a tratti farsa, o – per lo meno – si spera.

Un gruppo di donne, una serie di monologhi con le loro voci e le loro anime, un florilegio di parole sussurrate, urlate e magiche.

Donne che raccontano il loro passato, i loro desideri cristallizzati, mentre la loro vita prendeva una piega diversa.

E allora siedono, ormai anziane, davanti alla televisione, luce azzurrina, lunare, appunto.

La salvezza, forse, è in una fiaba, o nei versi aulici e boccacceschi che scorrono da un’antica piuma a inchiostro, o magari è una qualunque Bic dei nostri giorni?

Versi recitati e quasi cantati, sulle note cristalline della chitarra solista, incorniciano i monologhi.

Indirizzo: via Rubattino 5

Orario: ore 21

Ingresso: Biglietto unico euro 13

Eventi passati

Viva l’Italia

Teatro India, dal 15 al 20 maggio

Torna in occasione del quarantesimo anniversario di uno degli episodi più oscuri ed emblematici della storia del nostro paese, Viva l’Italia – Le morti di Fausto e Iaio, il racconto di due diciottenni milanesi frequentatori del centro sociale Leoncavallo, uccisi a colpi di pistola la sera del 18 marzo 1978, due giorni dopo il rapimento di Aldo Moro da parte delle BR. Una drammaturgia storica pensata in forma di cinque monologhi intrecciati tra loro a ricostruire un quadro d’insieme per rivivere il passato, affinché la memoria di quegli anni diventi testimonianza della storia che ci ha preceduto.

A condurre gli spettatori nei segreti e nei retroscena della vicenda saranno i personaggi stessi, che si nutrono delle emozioni e della disperazione che il testo di Roberto Scarpetti ricostruisce intrecciando vita privata e storia pubblica del nostro Paese. A portarlo in scena la regia di César Brie che racconta i mesi cupi del terrorismo, dalla morte di Aldo Moro fino alla grande strage nera della stazione di Bologna. Una tragedia civile raccontata attraverso le passioni personali e politiche di cinque protagonisti che si muovono sul filo della vita e della morte.

Indirizzo: Lungotevere Vittorio Gassman, 1

Orario: ore 21; domenica ore 19

Prezzi: intero 20,00; ridotto 18,00

Trans Trans Trance

Teatro India, 15 maggio

Trans Trans Trance è uno spettacolo sulla femminilità, la sessualità, che si allontana dagli stereotipi e si incentra sulla libertà di essere davvero chi si è. Che cos’è la femminilità in generale? Essere una donna significa dover conformarsi a una regola comune generalmente accettata? Ho la sensazione che la percezione binaria dei sessi rafforzi gli stereotipi.

A fine spettacolo alcuni spettatori si domandano: “È così che una donna crea?” Ripeto spesso che la regia è una professione molto materna, poiché richiede sensibilità psicologica, dedizione e amore verso coloro con cui lavori.

Lo spettacolo nasce dal tema della femminilità e dalla domanda: “Che cos’è una donna?” Da un confronto con le attrici, ci siamo rese conto che non era sufficiente parlare solo delle donne e di stereotipi.

Era necessario accantonare la femminilità e distogliere l’attenzione dal genere. Trans Trans Trance è uno spettacolo autobiografico concepito da donne: abbiamo evitato in modo deliberato l’argomento della mascolinità, perché desideravamo condividere le nostre esperienze personali.

Indirizzo: Lungotevere Vittorio Gassman, 1

Orario: ore 18

Prezzi: intero 15,00; ridotto 10,00

Arlecchino servitore di due padroni

Teatro Argentina, dal 15 al 20 maggio

Arlecchino servitore di due padroni è, come affermava Giorgio Strehler, “memoria vivente”. Un inarrestabile fiume in piena con protagonisti Ferruccio Soleri ed Enrico Bonavera che incantano il palcoscenico. Perché “Arlecchino è sempre uguale e sempre diverso”, scriveva il maestro, ed è “libero dal tempo che passa”.

Fra squilli di tromba e battere di grancassa, Arlecchino, con il suo vestito a pezze multicolori e la sua maschera da gatto, trascina con la sua carica di energia e di emozione, riproponendo i lazzi, i duelli e le risate, ma soprattutto la poesia, il “teatro puro” della drammaturgia goldoniana, nella versione registica ideata da Strehler nel 1947.

A distanza di 70 anni l’opera non ha perso la sua energia e la sua originalità, soprattutto linguistica, risultando lo spettacolo più visto nel mondo. Una grande famiglia, un vero e proprio manifesto di un modo di fare teatro, in cui trovano posto anche interpreti più giovani in un ideale passaggio del testimone con i loro predecessori.

Un esempio di commedia dell’arte sorprendentemente agile, incastonata in un palco metateatrale, intorno e dentro al quale agiscono i vari personaggi, le varie maschere, a comporre una allegra e colorata festa con segreti, giuramenti e scambi di persona.

Indirizzo: Largo di Torre Argentina, 52

Orario: prima ore 21; martedì e venerdì ore 21; mercoledì e sabato ore 19; giovedì e domenica ore 17

Prezzi: poltrona 40,00 euro – 32,00 euro; palchi platea, I e II ordine 32,00euro – 27,00euro; palchi III, IV e V ordine 25,00 euro 22,00 euro; loggione 12,00 euro

Autobiografia erotica

Off/Off Theatre, dal 15 al 27 maggio

Sarà lo spettacolo dai colori libertini, Autobiografia Erotica, di Domenico Starnone, in scena dal 15 al 27 maggio, a chiudere la fortunata e innovativa stagione dell’OFF/OFF Theatre. La pièce diretta dal regista Andrea De Rosa, interpretata da Vanessa Scalera e Piergiorgio Bellocchio, indaga sull’esistenza dei due protagonisti attraverso la loro vita erotica.

Aristide e Mariella, entrambi napoletani d’origine, si incontrano in un appartamento di Roma. Lei lo ha convocato per email, gli ha ricordato chi è. È la ragazza con cui venti anni prima lui ha avuto, a Ferrara, un incontro durato poche ore e terminato in un furtivo, frettoloso rapporto sessuale. Aristide ha quasi dimenticato quell’incontro, gli è tornato alla memoria grazie alla mail di Mariella. Che ha una sua particolarità: è scritta ricorrendo a un linguaggio decisamente osceno. E osceno è il linguaggio che lei gli impone quando ora gli chiede di scavare in quelle poche ore e ricostruirle minutamente. Cosa è accaduto in quelle ore? La realizzazione di un puro, irresponsabile desiderio sessuale? Se è così – dice Mariella – perché parlarne con il linguaggio dolce dell’amore? Meglio l’oscenità. C

omincia così un gioco di scavo in quelle poche ore che mette a confronto ora con allegria ora con crudeltà due esperienze sessuali del tutto diverse, dall’adolescenza alla maturità, alla ricerca di un punto di incontro. La casa intanto, che dovrebbe essere vuota, si rivela abitata da una terza persona, un’amica di Mariella. È in un’altra stanza, ammalata, ha la febbre alta, si manifesta solo con suoni inarticolati: un russare, un soffiarsi il naso, un tossire, qualche richiamo lamentoso. Ma i segnali della sua presenza peseranno sempre di più nel gioco tra Mariella e Aristide, e attribuiranno significati più complessi, più sofferti, alla loro divertita autobiografia erotica.

Indirizzo: via Giulia, 20

Orario: ore 21

Prezzi: intero 25 euro; ridotto 18 euro Over 65 e Under 26; 10 euro gruppi

Cola

Teatro Tor Bella Monaca, 19 e 20 maggio

Andrea Puglisi sarà il protagonista al Teatro Tor Bella Monaca il 19 e 20 maggio del monologo Cola, regia di Marco Silani, scritto da Stella Saccà. L’idea del monologo “Cola” nasce circa due anni fa quando, Andrea Puglisi, ritornato dalla sua città natale Catania, ha assistito all’ennesima rappresentazione della celebre opera siciliana Cola – liberamente tratto da ‘U sapiti com’è di Francesca Sabàto Agnetta. La storia narra delle vicissitudini di un ragazzo con un ritardo mentale nella Sicilia povera, popolata da gente di campagna. Semplice e superstiziosa.

“Il testo però – scrive Andrea Puglisi – non sviscera alcuni argomenti ritenuti dei tabù: il rapporto morboso del giovane Cola con la madre (a tratti quasi incestuoso, anche se solo metaforicamente), l’amore in tutte le sue sfaccettature, il sesso e la morte. Tutto veniva accennato e lasciato, come dire, sospeso in un limbo. Sono partito da li. Da ciò che non viene detto. Dal “limbo” dove il giovane è rimasto dopo la morte. Ho sentito la necessità di dare voce a Cola e ho immaginato (insieme alla drammaturga che ad arte ha riordinato le mie idee) le svariate situazioni e storie che potevano essere raccontate dal protagonista della mia storia“.

Una storia semplice che nasce dalla necessità di un racconto che vuole essere generoso. Divertente e drammatico allo stesso tempo.

Lo spettacolo è una produzione di Fondamenta Teatro e Teatri di Francesco del Monaco e Cristiano Piscitelli, con la Direzione artistica di Giancarlo Sammartano e la Direzione organizzativa di Fulvio Ardone.

Indirizzo: via Bruno Cirino

Orario: ore 21

Prezzi: intero 10,00 euro

Un uomo è un uomo

Teatro Vittoria, dal 17 al 27 maggio

Dal 17 al 27 maggio 2018 sarà in scena Un uomo è un uomo, lo spettacolo vincitore della nona edizione della rassegna “Salviamo I Talenti – Premio Attilio Corsini”, iniziativa ideata da Viviana Toniolo, per promuovere progetti teatrali di grande qualità i cui protagonisti sono giovani registi e giovani attori, con lo scopo di aumentare le opportunità delle creatività emergenti, costruendo una vetrina dedicata ai nuovi talenti ancora sconosciuti.

Lo spettacolo Un uomo è un uomo, prodotto da Attori & Tecnici ed inserito nella nuova stagione del Teatro Vittoria è tratto dal testo di Brecht e rappresenta teatralmente una fredda e cinica fotografia delle conseguenze dell’imperialismo coloniale.

La potente e inarrestabile forza capitalistica corrompe e strumentalizza il proletariato, fino ad annullare completamente il carattere e la personalità dell’individuo. Nell’ India del 1925, l’esercito inglese è arrivato a Kilkoa con circa centomila soldati pronti a marciare verso le frontiere settentrionali e muovere guerra contro il Tibet.

Durante una serata di bagordi i tre soldati Uria, Polly e Jesse, sono costretti ad abbandonare il loro commilitone del plotone mitraglieri Jip, dopo aver distrutto una Pagoda per rubare i soldi delle elemosine. Con il rischio di essere fucilati per ordine del loro terribile sergente Bloody five, i tre si imbattono in Galy Gay, scaricatore del porto di Kilkoa, un uomo ingenuo ed incapace a dire di no.

Per i soldati la soluzione è semplice: sarà lui il nuovo Jip. All’interno del famigerato vagone-birreria della vedova Begbick, Uria, Polly e Jesse, con l’aiuto della vedova, mettono in piedi una farsa grottesca ai danni del malcapitato Galy Gay, allo scopo di trasformarlo in Jip, annullando completamente la sua personalità e omologandolo perfettamente a qualsiasi altro soldato, rimpiazzando così il loro camerata disperso. Galy Gay rappresenta la debolezza della società, l’uomo che può in qualsiasi momento essere chiunque. I soldati inglesi adoperano un lavaggio del cervello tale da indurre la loro vittima a rifiutare di proposito di essere Galy Gay. A distanza di pochi anni dalla teoria della relatività di Einstein, il drammaturgo tedesco racconta una storia terribile e comica sul potere di trasformare un uomo in un altro uomo.

Indirizzo: Piazza di Santa Maria Liberatrice 10

Orario: domenica ore 17.30; martedì 22 ore 20; mercoledì 23 ore 17

Prezzi: intero platea 28; intero galleria 22 (compresi 3 euro di prevendita); ridotti in convenzione: platea 21 e galleria 18

— La Cucina

Teatro Eliseo, dal 2 al 20 maggio

Per la regia di Valerio Binasco, va in scena al Teatro Eliseo La Cucina, commedia corale Rappresentata per la prima volta nel 1957, quando il londinese Arnold Wesker (1932-2016) aveva venticinque anni. Tanti gli attori che interagiscono in scena sullo sfondo della cucina di un grande ristorante di Londra. I cuochi e le cameriere, i lavapiatti e il proprietario, anche un vagabondo alla ricerca di un po’ di cibo.

L’azione si svolge nell’arco di una giornata e nella commedia più che la qualità del cibo contano gli esseri umani chiamati a cucinarlo e a servirlo: uomini e donne di diverse provenienze etniche e geografiche.

Sono loro i portatori di sentimenti e di comportamenti contrastanti: amore e odio, avidità e sesso, litigate furibonde e risse, anche piccoli furti quotidiani. La lotta del più forte contro i più deboli chiama in causa il razzismo e la lotta di classe, l’avidità e la paura, la violenza e il ricordo della guerra da poco finita. Una situazione, quella messa in scena da La cucina, che evoca il dramma sociale, ma che già allora Wesker dimostrava di saper padroneggiare con assoluta maestria, sorridendo e sovente anche facendo sanamente ridere delle disgrazie umane.

Indirizzo: via Nazionale 183

Orario: Mar – Mer – Gio – Ven – Sab: ore 20; Dom: ore 17

Ingresso: 20,00 euro

— Dirty Dancing il musical

Teatro Olimpico, dal 2 al 20 maggio

Dopo il successo registrato nella stagione 2014/2015, con oltre 115.000 spettatori nei primi tre mesi di show e un gran finale all’Arena di Verona, Dirty Dancing il musical torna per celebrare i 30 anni di un film divenuto cult sin dalla sua prima uscita, datata 21 agosto 1987.

Grazie a Show Bees l’intramontabile storia d’amore tra Baby e Johnny continuerà ad appassionare i moltissimi fan al Teatro Olimpico di Roma dal 2 al 20 maggio.

La produzione è targata Wizard Productions e la regia porta la firma di Federico Bellone.

Fedele trasposizione teatrale del film ambientato in una lontana estate degli anni ’60, Dirty Dancing il Musical (The Classic Story on Stage) racconta il magico e movimentato incontro tra la giovane Baby Houseman e il fascinoso maestro di ballo Johnny Castle. Nella tipica atmosfera festosa del villaggio turistico nasce la loro storia d’amore, accompagnata da musiche indimenticabili e balli ad altissima carica sensuale.

Eleanor Bergstein, autrice del film e dello spettacolo teatrale, ha affiancato il team italiano nella scelta del cast , proprio a garanzia della professionalità degli attori e della qualità dello spettacolo che in Inghilterra, Germania e Spagna ha già fatto registrare i più alti incassi nella storia del teatro europeo. I dialoghi dell’adattamento italiano sono stati tradotti da Alice Mistroni, mentre le canzoni sono cantate dal vivo in lingua originale, sulle basi. Una orchestra di 5 elementi esegue in scena i pezzi più famosi di questa straordinaria colonna sonora

Indirizzo: Piazza Gentile da Fabriano, 17

Orario: ore 21

Prezzi: da 23,00 a 46,00 euro

— Prima di andar via

Teatro Eliseo, dal 9 al 27 maggio

Una bella famiglia unita. Una normale famiglia felice.

Una tranquilla cena familiare che si trasforma in tragedia a causa di un inaspettato annuncio.

Cinque personaggi che si fronteggiano come pugili su un vero e proprio ring.

Un figlio che affonda il primo colpo. Inaspettato. Impensabile.

Padre, madre e sorelle che accusano il colpo, un colpo tremendo che va a segno. E barcollano, arrancano, indietreggiano fino all’angolo, cercano di riprendersi e reagiscono, lo attaccano, lo scuotono, ma senza riuscire a colpirlo.

Una notte drammatica dove, colpo su colpo, si confrontano/scontrano padre e figlio, madre e figlio, sorelle e fratello in un viaggio ora violento ora tenero nelle mille sfumature della psiche e dell’animo umano.

“Dirompe l’amore, in questa pièce che ho scritto. Rompendosi violentemente un sentimento, e più diabolicamente un’affettività. La famiglia ne esce con le ossa rotte, ma in piedi. Il tormento di un uomo solo mantiene salde le sue ossa, ma rimane a terra.”

Indirizzo: via Nazionale 183

Orario: Mar – Mer – Gio – Ven – Sab: ore 20; Dom: ore 17

Ingresso: 20,00 euro

Eventi passati

— Ingresso indipendente

Teatro Ambra Jovinelli, fino al 13 maggio

La stagione dell’Ambra Jovinelli si chiude in bellezza, dal 3 al 13 maggio, con Ingresso indipendente: un’inedita commedia degli equivoci interpretata da Serena Autieri e Tosca D’Aquino per la regia di Vincenzo Incenzo, scritta da Maurizio de Giovanni, autore napoletano di fama internazionale.

La storia ha come protagonista Massimo, quarantenne impiegato in un’azienda privata in attesa di promozione, il quale vive in un appartamentino con ingresso indipendente e che spesso presta al proprio “capo”, Ludovico, per i suoi incontri con l’amante, Rosalba.

Una sera, al rientro dopo il via libera del superiore, Massimo incontra Rosalba che ha deciso di non andarsene più dall’appartamento per costringere l’amante a lasciare la moglie Giuliana, dopo anni di promesse non mantenute. Massimo è in grande difficoltà, anche per l’arrivo della fidanzata Valeria, diffidente e moralista, che attende la promozione di Massimo per sposarlo. Per cercare di risolvere la situazione arrivano Ludovico e successivamente sua moglie, apparentemente ignara della relazione.

Da quel momento si snodano una serie di confronti e di equivoci, in esito ai quali Ludovico e Giuliana e soprattutto Massimo, Valeria e Rosalba, apriranno gli occhi sulla realtà delle proprie vite e sul vero valore delle relazioni, prendendo decisioni impreviste, ma fondamentali per il loro futuro.

Indirizzo: via Guglielmo Pepe 43

Orario: dal martedì al sabato ore 21; domenica ore 17; sabato doppia replica ore 16.30 e ore 21

Prezzi: da 17 a 33 euro

— Buona giornata!

Teatro Argentina, 8 maggio

All’interno di Fluxus, Festival lituano delle arti, viene presentato all’Argentina Buona giornata! di Rugilė Barzdžiukaitė. Si tratta di un’opera che parla del destino di alcune cassiere di un supermarket. Donne con storie diverse alle spalle, accomunate però dalla meccanicità del servizio che svolgono, da quel costante sorriso artificiale che maschera i loro volti e da tutte quelle frasi di circostanza che si ritrovano a recitare ogni giorno – «Buongiorno!», «Grazie», «Buona giornata!».

Se nella vita quotidiana svolgono un ruolo invisibile e robotico, nell’opera queste cassiere diventano personaggi vivi e speciali. Il libretto dell’opera mescola linguaggio parlato e lingua letteraria, entrambi calati nell’attualità del quotidiano. In sottofondo il continuo «bip» dei prodotti scansionati, a volte accentuato, altre volte meno udibile. Per la loro monotonia, sottolineata dall’accompagnamento del «bip», le canzoni delle cassiere ricordano la ripetitività del processo di acquisto, ma l’opera non indugia su toni moraleggianti, semmai questo atteggiamento critico nei confronti del capitalismo si traduce in una composizione piena di umorismo, ironia e poesia. Questo mosaico di destini da così vita ad un coro espanso, un poema universale che esplora il piacere del consumo.

Indirizzo: Largo Argentina

Orario: ore 21

Prezzi: 15 euro intero – 10 euro ridotto

— Mi sa che fuori è primavera

Teatro India, dal 8 al 13 maggio

La storia di Irina lucidi è tristemente nota alla cronaca. Irina è una donna alla quale un giorno vengono sottratte dal marito le due figlie gemelle di sei anni. L’uomo si uccide e le bambine non saranno mai più ritrovate.

Concita De Gregorio è una donna che trova le parole per raccontarne la storia, nel suo denso e delicato ‘Mi sa che fuori è primavera’.

Nasce da qui la versione teatrale di questa vicenda così difficile da raccontare: un episodio tragico nel senso più classicamente teatrale del termine, in cui l’eroina subisce la perdita dei figli e deve sopravvivere alla sua stessa vita di dopo senza cedere alla tentazione di sparire lei stessa.

Indirizzo: Lungotevere Vittorio Gassman, 1

Orario: ore 21; domenica ore 17

Prezzi: intero 20,00; ridotto 18,00

Musica Deuxiéme

Off/Off Theatre, dal 8 al 13 maggio

Dall’8 al 13 Maggio in Via Giulia, si celebra l’amore tra due donne sul palco dell’OFF/OFF Theatre, che accoglie la Compagnia Attori Doppiatori in scena con La Musica Deuxiéme, interpretato da Monica Pariante ed Elisabetta Spinelli, dirette dalla regista Raffaella Morelli.

Lo spettacolo è tratto dalla celebre opera di Marguerite Duras che mette in scena con intensità il dramma della rottura fra due persone che si sono molto amate (due donne nell’adattamento della regista).

Sul finire degli anni’40 in Francia, due donne in una notte come tante. Due donne che si sono amate profondamente sfidando i pregiudizi dell’epoca, andando contro le difficoltà alla ricerca di una casa, di una famiglia. Purtroppo le hanno divise le pressioni sociali, la gelosia, la paura e l’insicurezza di qualcosa che quasi ottanta anni dopo risulta ancora difficilmente comprensibile. Anne-Marie ha tentato il suicidio, Michèle ha pensato di ucciderla. Si sono lasciate così, nel caos di vestiti buttati dalle finestre e nella lacerazione di un epilogo straziante. Questo era ieri. Oggi hanno venduto la loro casa e dovranno dividersi i mobili. Oggi stanno per rivedersi. Nell’albergo che ha testimoniato l’inizio della loro storia, né con te né senza di te, per dirsi tutto ciò che non si sono mai dette.

Indirizzo: via Giulia, 20

Orario: ore 21; domenica ore 17

Prezzi: intero 25 euro; ridotto 18 euro Over 65 e Under 26; 10 euro gruppi

— Aldo Morto

Teatro Biblioteca Quarticciolo, 9 maggio

Un attore nato negli anni ’70, che di quegli anni non ha alcun ricordo o memoria personale, partendo dalla vicenda del tragico sequestro di Aldo Moro, trauma epocale che ha segnato la storia della Repubblica italiana, si confronta con l’impatto che questo evento ha avuto nell’immaginario collettivo.

In scena, assieme al suo corpo e a pochi oggetti, solo la volontà di affondare fino al collo in una materia spinosa e delicata senza alcuna retorica o pietismo.

Nel 2013, in collaborazione con il Teatro dell’Orologio di Roma e Fondazione Romaeuropa, dallo spettacolo è nato il progetto Aldo morto 54: 54 giorni di repliche dello spettacolo Aldo morto e 54 giorni di autoreclusione di Daniele Timpano in streaming in una cella ricostruita appositamente in teatro. Aldo morto 54 ha vinto il premio Nico Garrone 2013.

Indirizzo: via Ostuni 8

Orario: ore 21

Ingresso: studenti 8 euro; adulti 10 euro intero, 8 euro ridotto

— Come una specie di sorriso

Teatro Brancaccio, 9 e 10 maggio

Un poliedrico artista, apprezzato come attore di cinema, teatro e televisione, e un quartetto dal singolare organico strumentale (violoncello, violino, flauto, viola) omaggiano uno dei più grandi poeti del cantautorato italiano partendo dal verso di una delle sue canzoni più famose, “Il pescatore”.

In Come una specie di sorriso c’è il Fabrizio De Andrè, anche quello meno conosciuto, che Neri Marcorè, qui nelle vesti di cantante e chitarrista, più ama. Il De Andrè che tutti amano. Un repertorio, impreziosito dagli arrangiamenti sofisticati di Stefano Cabrera (GnuQuartet), che trascinerà il pubblico in un emozionante viaggio musicale attraverso i versi immortali del grande Faber.

Indirizzo: via Merulana 244

Orario: ore 21

Prezzi: da 28,00 a 40,00 euro

 

 

 — Mai Morti

Teatro Torlonia, dal 2 al 5 maggio

Mai Morti è una “affabulazione nera” che fa discutere, arrabbiare, divide, emoziona e commuove.

Con una scrittura evocativa, Renato Sarti ripercorre la nostra storia recente attraverso i racconti di un fascista mai pentito. È affidato a Bebo Storti il difficile compito di dare voce a questo nostalgico delle “belle imprese” del Ventennio fascista, oggi impegnato in prima persona a difesa dell’ordine pubblico contro viados, extracomunitari, zingari e drogati.

Mai Morti era il nome di uno dei più terribili battaglioni della Decima Mas.

A questa formazione, che operò a fianco dei nazisti nella repressione anti-partigiana, e allo spaventoso magma del pianeta fascista il personaggio guarda con delirante nostalgia.

Durante una notte milanese dei nostri giorni, il protagonista si abbandona a ricordi sacri, lontani, cari. Evoca le “gloriose” azioni della Ettore Muti, come le torture praticate nelle stanze di quello che diventerà il Piccolo Teatro di Milano.

Ricorda le stragi compiute dall’Esercito Italiano in Africa e l’uso indiscriminato e massiccio dei gas contro le popolazioni civili. Ad animare i suoi sogni a occhi aperti sono anche alcune vicende del passato più prossimo e del nostro presente: dalla strage di piazza Fontana nella Milano incandescente del 1969, fino al G8 di Genova.

Un monologo che cerca di rammentare, a chi se lo fosse dimenticato o non l’avesse mai appreso che la parola antifascismo ha ancora un fondamentale e profondo motivo di esistere, e per riflettere su quanto, in Italia, il razzismo, il nazionalismo e la xenofobia siano difficili da estirpare.

E “fare finta” che l’offesa nei confronti del ricordo di Anna Frank, praticata da una parte dei tifosi della Lazio, sia uno dei tanti episodi marginali, e non la punta di un iceberg vasto e inquietante, non è da illusi, ma da complici.

Perché, come ci ammonisce la neo senatrice Lilliana Segre: “Oggi l’indifferenza è più violenta della violenza stessa”.

Nel 2003 la Mondadori ha pubblicato un cofanetto con testo e videocassetta dello spettacolo.

Indirizzo: via Lazzaro Spallanzani 1A

Orario: ore 20

Ingresso: intero 10,00 euro; ridotto 5,00 euro

— Un atomo di verità

Teatro Argentina, 3 maggio

Si intitola così l’evento che il Teatro di Roma dedica al ricordo della statista giovedì 3 maggio, alle ore 21, in occasione del quarantesimo anniversario della sua uccisione, il 9 maggio 1978, dopo cinquantacinque giorni di sequestro.
Un viaggio nella memoria proposto da Marco Damilano, direttore dell’Espresso, al Teatro Argentina. Damilano a Moro ha dedicato il suo ultimo libro pubblicato da Feltrinelli. Parole, documenti mostrati in pubblico per la prima volta, fotografie inedite, immagini, musiche, letture, di Moro, ma anche di Pier Paolo Pasolini e di Leonardo Sciascia.

Per riscoprire il politico che ha governato l’Italia per decenni e chiedersi in che modo la sua scomparsa violenta abbia segnato l’Italia nei decenni successivi: la politica, la società, la cultura.
Ritrovare Aldo Moro, per cercare qualcosa del nostro passato, e dunque del nostro presente e del nostro futuro.

Indirizzo: Largo di Torre Argentina, 52

Orario: ore 21

Prezzi: poltrona 40,00 euro – 32,00 euro; palchi platea, I e II ordine 32,00euro – 27,00euro; palchi III, IV e V ordine 25,00 euro 22,00 euro; loggione 12,00 euro

— Il principe Mezzanotte

Teatro India, dal 3 al 6 maggio

Dal 3 al 6 maggio al Teatro India va in scena Il principe mezzanotte di Alessandro Serra. C’è una volta un principe – c’è, e non c’era, perché mica è morto poveretto! – nato a mezzanotte e perdutamente innamorato del buio e delle stelle, perché è di notte che prendono vita i sogni.

I sogni però posso trasformarsi in incubi, proprio come accadde al principe Mezzanotte, costretto a nascondersi in questo magico comò per sfuggire alla maledizione della terribile strega Valeriana. La strega infatti si era innamorata del principe e quando lui la respinse gli lanciò la maledizione: il giorno in cui il principe si fosse innamorato si sarebbe trasformato in un essere mostruoso.

Da allora Mezzanotte, rimpicciolito con tutto il suo castello e i suoi servitori, vive triste e solitario, in attesa che qualcuno sciolga la maledizione. Una fiaba delicata e romantica raccontata con uno stile insolitamente noir, misterioso e poetico.

Indirizzo: Lungotevere Vittorio Gassman, 1

Orario: ore 21; domenica ore 17

Prezzi: intero 20,00; ridotto 18,00

— Macbettu

Teatro Argentina, dal 3 al 6 maggio

Spettacolo vincitore del Premio Ubu 2017, Macbettu di Alessandro Serra è una trasposizione in sardo del celebre testo shakespeariano.

Un Macbeth che si esprime in sardo e, come nella più pura tradizione elisabettiana, interpretato da soli uomini, è l’originale progetto del regista e fondatore della compagnia Teatropersona.

“Nel riscrivere il testo – racconta il regista – tutti i personaggi femminili sono stati omessi e la storia non sembrava subire alcuna ferita. Tutte le donne riassunte in un’unica dea madre reggitrice di morte: Lady Macbeth. Più alta e più forte degli uomini, come in una delle sue più antiche rappresentazioni, quella di Ozieri: filiforme, astratta, trascendente.

L’idea nasce nel corso di un reportage fotografico tra i carnevali della Barbagia tra i suoni cupi prodotti da campanacci e antichi strumenti, le pelli di animali, le corna, il sughero. La potenza dei gesti e della voce, la confidenza con Dioniso e al contempo l’incredibile precisione formale nelle danze e nei canti, le fosche maschere e poi il sangue, il vino rosso, le forze della natura domate dall’uomo, soprattutto il buio inverno”.

Le sorprendenti analogie tra il capolavoro shakespeariano e le maschere della Sardegna diventano così il fulcro di questo spettacolo. La lingua sarda non limita la fruizione, bensì trasforma in canto ciò che in italiano rischierebbe di scadere in letteratura. Uno spazio scenico vuoto, attraversato dai corpi degli attori che disegnano luoghi ed evocano presenze. Pietre, terra, ferro, sangue, positure di guerriero, residui di antiche civiltà nuragiche. Materia che non veicola significati, ma forze primordiali che agiscono su chi le riceve.

Indirizzo: Largo di Torre Argentina, 52

Orario: venerdì ore 21; sabato ore 19; domenica ore 17

Prezzi: poltrona 40,00 euro – 32,00 euro; palchi platea, I e II ordine 32,00euro – 27,00euro; palchi III, IV e V ordine 25,00 euro 22,00 euro; loggione 12,00 euro

— Walking on the moon

Teatro India, dal 3 al 6 maggio

Prodotta dalla compagnia del Teatro dell’Orologio, Walking on the moon, con la regia di Leonardo Ferrari Carissimi, è una favola a tre personaggi: Elia, un giovane startupper digitale timido ed impreparato al mondo, Alice, una studentessa fuori dal mondo appassionata di poemi cavallereschi, e Michael Collins, astronauta della mitica missione Apollo 11, ormai invecchiato, personaggio bizzarro e polemico, figura di rottura tra il mondo del presente e il mondo del passato.

Mondo digitale, mondo letterario e mondo dei ricordi s’intrecciano in una sinfonia a 9 attori dal sapore magico dove si ride, si piange e si sogna.

Uno spettacolo dove la tecnologia incontra una narrazione poetica: uno spaccato surreale ma concreto sulla comunicazione odierna, su come la realizzazione dei propri desideri personali, la soddisfazione del proprio io, possa fagocitare l’individuo e la sua umanit

Indirizzo: Lungotevere Vittorio Gassman, 1

Orario: ore 21

Prezzi: intero 20,00; ridotto 18,00

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