I romani appassionati di caffè – ma sopratutto di frappuccino e dolci americani – possono finalmente smetterla di rosicare ai danni dei cugini milanesi: è infatti stata confermata la notizia dello sbarco di Starbucks anche a Roma. La capitale si appresta infatti ad accogliere un punto vendita della grande azienda di Seattle, caratterizzata dalla sirena che compare nel logo.
Se la città della nebbia può infatti vantare quattro caffetterie all’attivo – ovvero l’enorme Reserve Roastery di Piazza Cordusio, il punto vendita a Malpensa e le due vetrine in corso Garibaldi e a San Babila (e presto, si dice, anche Stazione Centrale), gli abitanti della capitale d’Italia dovranno inizialmente recarsi in un luogo di solito molto affollato per assaggiare il caffè di Starbucks.
Starbucks a Roma: dove si trova e quando apre il punto vendita
È stato infatti annunciato che la location scelta dal Gruppo Percassi, licenziatorio di uno dei brand americani più famosi al mondo, sarà molto prossima ai Musei Vaticani. Una meta di passaggio per migliaia di residenti e turisti, dunque, anche se permangono ancora alcuni dubbi sull’esatta ubicazione: via della Conciliazione o Borgo Pio?
Non è stata ancora annunciata una data precisa, ma si vocifera al momento che i battenti possano aprire tra settembre e ottobre. Considerando che sono circa 6 milioni i visitatori dei Musei Vaticani, tra i più frequentati al mondo in termini assoluti, la scelta di Percassi – Starbucks sembra essere molto oculata.
Non sorprende neanche scoprire che come secondo passo dell’invasione romana possano essere stati scelti alcuni luoghi iconici o di grande afflusso come piazza di Spagna e le stazioni Termini e Tiburtina. L’obiettivo di Starbucks, una volta colonizzate le due maggiori città italiane, è quello di svilupparsi poi nel Centro-Nord andando a toccare le città di medie dimensioni, in primis Firenze, Bologna, Torino e Venezia.
Se, come aveva affermato Antonio Percassi, l’intento è quello di arrivare ad avere tra i 200 e i 300 punti vendita in tutto il Paese nell’arco di 5-6 anni, allora vedremo moltiplicarsi anche gli annunci e le possibilità lavorative offerte da parte dell’azienda. E per una volta si potranno mettere da parte le polemiche sul caffè nostrano e forestiero, dato che difficilmente un tipo di offerta andrà a discapito dell’altra.